“Hänsel e Gretel” han la mamma nervosetta

di Paolo Pinamonti

VENEZIA. Come ricorda Wolfram Humperdinck, Hänsel und Gretel, Märchenspiel in drei Bildern, di suo padre Engelbert Humperdinck, era nato originariamente per una semplice occasione domestica. La sorella del compositore Adelheid Wette voleva creare uno spettacolo di marionette per i suoi figli ed aveva pensato di ridurre i testi di alcune fiabe dei Grimm, invitando il fratello a scrivere alcune canzoncine per le rappresentazioni familiari. Da questa‘idea iniziale, attraverso varie fasi successive, si arrivò alla stesura definitiva del lavoro, su testo appunto della sorella che, andato in scena a Weimar nel Teatro di Corte la sera del 23 dicembre 1893 sotto la direzione di Richard Strauss, ottenne un così grande successo da venir ripreso l'anno successivo in quaranta città diverse della Germania. Hänsel und Gretel divenne ben presto il paradigma teatrale dell'“opera fiabesca”, e dalla sua prima rappresentazione ha sempre mantenuto una stabile presenza nei maggiori teatri europei, ma non solo. In Italia invece ha goduto di un’alterna fortuna esecutiva, benché solo un anno dopo la prima esecuzione, sulle pagine della “Rivista Musicale Italiana”, fosse apparso un positivo articolo di A. Engelfred, accompagnato da una puntuale analisi dell’opera nella sua calibrata articolazione di canzoncine infantili, canti popolari e uso dei Leitmotive. Alla Fenice l’opera approdò nel gennaio del 1906, col titolo Nino e Margherita, nella traduzione di Gustavo Macchi, e venne ripresa solo nel gennaio del 1946; può essere indicativo osservare ad esempio la programmazione lirica della radio italiana (Eiar e poi Rai), attenta alle novità oltre che al grande repertorio, dove la “fiaba musicale" di Humperdinck negli ultimi sessant'anni venne presentata cinque volte, con ben tre riprese sempre a Milano nel corso degli anni ‘50 (ricordiamo l‘esecuzione del 25 dicembre 1954, con la Schwarzkopf / Gretel, la Jurinac / Hänsel, e la direzione di Herbert von Karajan).
Quest'anno La Fenice, in una interessante programmazione aperta dalla Lulu nello scorso novembre, riproporrà l’opera Hänsel e Gretel (22-24-27-29-31 gennaio e 2 febbraio), nella nuova versione ritmica italiana di Giovanni Morelli, con la regia di David Poutney nell’allestimento dell'English National Opera; gli interpreti saranno Daniela Mazzucato / Gretel, Nicoletta Curiel / Hänsel, Pauline Tiensley / Geltrude e la strega, Bruno Praticò / Pietro, sotto la direzione di Friedemann Layer.
Sulle caratteristiche e l’opportunità di una nuova traduzione di Hänsel und Gretel lasciamo la parola a Giovanni Morelli:
«La favola vera, quella dei Grimm, era troppo crudele: insopportabilmente crudele... La favola degli Humperdinck diviene una specie di vaccinazione nei confronti della versione originale“. La madre non è matrigna ma solo un po' nervosa. Il gruppo famigliare non è essenzialmente povero... l’abbandono dei bambini non esiste, essi sono mandati nel bosco un po’ per giusta punizione di una marachella, un po’ per necessità, a cercare more e fragole per rimediare qualcosa per la cena... Il rogo della strega è un atto di legittima difesa che santifica i bimbi che diventano sacerdoti della resurrezione di tutti i bimbi caduti nella trappola delle tentaziani zuccherine».
Sotto il profilo musicale il lavoro risulta alquanto eterogeneo:
«Ragnatela motivico-armonica ‘alla Wagner'... effetti rievocativi di folk-songs... simulacri di devozione popolare tedesca... formule miste casa-chiesa-osteria della caratterizzazione del padre... formule melodico liriche parsifalesche degli innumerevoli incisi di contenuto paesaggistico».
Una grande novità è poi «l’invenzione della dimensione lunga (tristaniana) del secondo atto che comprende il lungo duetto di paura, criptoerotismo e sprofondamento nel nulla del sonno dei bimbi perduti in bosco... Questo può bastare per identificare le tante ambiguità di Hänsel... ».
Ma a questo punto qual è il senso di una nuova traduzione?
« Si traduce perché si crede che forse è possibile un aggiornamento interpretativo dei materiali del testo che una riscrittura integrale può favorire non poco.
Si è cercato infatti di sottolineare i pur trattenuti ingressi freudiani là dove si poteva. Si è cercato anche di dar conto della internazionalità di fatto introducendo citazioni e riscontri di qualche analogo italiano della sua impostazione Iirico-emotiva. Cosi da tentare d’immaginare un modello a posteriori di una fiaba musicale autenticamente italiana (che — forse possiamo dire purtroppo — né i veristi, ne’ i wagneriani, ne’ i maestri dell’Ottanta non han mai saputo o voluto fare); ossia una copia senza modello di un evento poetico-musicale non avvenuto». Accanto alle rappresentazioni dell'opera, a partire dal 26 gennaio e sempre alla Fenice, Il Gran Teatrino “La Fede delle Femmine" proporrà, in uno spettacolo di marionette, una rilettura del secondo quadro “lm Walde” della fiaba musicale di Humperdinck, un richiamo forse alla originaria genesi del lavoro stesso. Margot Galante Garrone, assieme a Paola Pilla e Margherita Beato, è da alcuni anni impegnata nella ideazione e realizzazione di spettacoli di marionette, «nella specie esclusiva del piccolo teatro musicale e del ballo pantomimico — come precisa —- realizzando in proprio tutti gli allestimenti, in tutti i momenti tecnici e artistici della progettazione e della esecuzione», Questi spettacoli, nati sempre da imprevedibili e geniali accostamenti tra suggestioni musicali e richiami letterario-teatrali, hanno offerto ogni volta interessanti ed originali interpretazioni dei testi: ricordo ad esempio Edoardo ed Elisabetta, Casanova/Galuppi '87; Questo è il vero Pulcinella, Scipione Paolucci/Stravinskij ’88; The Scarlet Letter, Hawthorne/Kagel ’89; o il recente Hölderlin, presentato a Torino lo scorso maggio. ln questa occasione è stato progettato uno spettacolo dall'accativante titolo: Ach! Schwesterlein, sorellina e fratellino, senza la strega ma con la volpe, e con il gallo, il caprone e il gattino. Non vogliamo anticipare nulla se non che durante il sonno-sogno dei bimbi, irrompono sulla scena i protagonisti del Renard stravinskiano, provocando la risentita reazione di Jacob e Wihelm Grimm.